Sappiamo bene quanto la presenza online sia oggi importante per gli eCommerce e non solo.
Oltre alle strategie di Email Marketing e sui canali social, rimane fondamentale la creazione e l’ottimizzazione di un sito web. L’obiettivo è intercettare gli utenti sui motori di ricerca e convincerli a visitare il proprio sito, così da aumentare il traffico e le conversioni.
Ma che succede se, nonostante abbia ottimizzato il tuo sito in ottica SEO, sempre meno utenti lo visitano? E se fosse proprio Google la causa di ciò?
Ricerche senza click: cosa ci dicono i dati
Partiamo innanzitutto dalle statistiche.
Secondo diversi studi, il numero di ricerche su Google che non conducono ad alcun click sono ormai la maggioranza. Stando a SimilarWeb, queste sarebbero infatti il 64,82% – contro il 33,59% di click su risultati organici e l’1,59% sui risultati non organici.
Fonte: www.sparktoro.com
Quasi ⅔ delle ricerche, insomma, si concludono senza che l’utente clicchi su un sito. E come lo studio pubblicato da SparkToro rileva, questo valore sarebbe anche più alto (77.22%) su mobile. Il che è ancora più preoccupante, considerando che è su smartphone che avviene ormai il maggior numero delle ricerche.
Un trend in crescita
I dati, inoltre, ci parlando di una tendenza in corso già da alcuni anni e di cui si registra una continua crescita.
Secondo Ubersuggest, la percentuale di ricerche con 0 click sarebbe aumentata costantemente negli ultimi 4 anni, crescendo di oltre 8 punti percentuali dal 2017 al 2020.
Fonte: www./neilpatel.com
A cosa è dovuto questo fenomeno?
Alcune risposte sulle cause di questo trend è Google stesso a darcele.
In una recente risposta di Danny Sullivan alla “fuorviante affermazione” secondo cui Google starebbe sottraendo sempre più click ai siti web, l’azienda fornisce una serie di motivazioni sul perché le ricerche tendono a concludersi senza click.
Ad esempio, gli utenti potrebbero cominciare con una ricerca generica per poi procedere con una più specifica (concludendo quindi la prima senza cliccare su alcun risultato). Oppure, potrebbero cercare semplici informazioni come orari di un negozio o numeri di telefono di un ristorante. O ancora, essere reindirizzati ad app invece che a siti.
Tuttavia, la motivazione più probabile, come suggerisce Neil Patel, sarebbe molto più semplice: ossia che è Google stesso a darci le risposte a ciò che cerchiamo.
Basta fare una piccola ricerca su Google, ad esempio sulla data della Festa della Mamma, per accorgersi di questo semplice fatto.
È evidente che, con risultati del genere, l’utente ha già tutte le informazioni che cerca e non ha bisogno di cliccare sull’articolo.
Una grande comodità per l’utente e un grande vantaggio per Google stesso, che ha così la possibilità di migliorare la propria User Experience.
Come Google stesso spiega, la maggior parte delle persone cerca “informazioni fattuali e rapide, come previsioni del meteo, risultati sportivi, conversioni di valuta, l’orario in diverse località e così via. […] Questi risultati sono utili per gli utenti, e fanno parte del nostro lavoro incessante volto a migliorare ogni giorno Google Search”.
Allo stesso tempo, però, è indubbio che tutto ciò vada a discapito dei siti web, che vedono così diminuire sempre più traffico e guadagni.
Cosa fare per contrastare il calo dei click?
La prima reazione, specie da parte di chi lavora nel campo del Digital Marketing, potrebbe essere di insofferenza nei confronti di Google.
Ma si sbaglierebbe a pensare che opporsi alle regole di Google possa essere la strada più fruttuosa. Specie se si considera che molte delle battaglie legali contro il gigante tecnologico finiscono con l’avere poco successo (come sottolinea Search Engine Land in un suo articolo su questo tema).
Una strategia potrebbe essere concentrarsi sulla soluzione più che sul problema.
Se il problema è un CTR più basso, la soluzione non può che essere un’ottimizzazione in ottica SEO degli elementi che impattano sui click. A cominciare dai meta tag come tag title e meta description: ossia titolo e descrizione di una pagina web che compaiono nella SERP.
5 consigli per aumentare il CTR
Ecco alcuni elementi dei meta tag che, secondo Ubersuggest, possono aiutarti ad aumentare i click degli utenti sul tuo sito:
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Lunghezza dei tag title – (contenenti le keywords giuste – compresa tra 15 e 40 caratteri (+8.6% sul CTR)
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Elementi in grado di suscitare curiosità e domande (+14.1% sul CTR)
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Presenza di una meta description originale invece di una creata automaticamente da Google (+5.8% sul CTR)
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Titoli dai contenuti informativi ed educativi, che inizino ad esempio con “Come fare a…” (+10.4% sul CTR)
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Riferimento a emozioni (+7.3% sul CTR)
(Non dimenticare che, anche nel mondo digitale, il modo più sicuro per convincere gli utenti a compiere una qualsiasi azione, sia anche visitare il tuo sito, è capire cosa vogliono davvero facendo leva su emozioni e desideri.)
Prova questi piccoli consigli e comincia anche tu ad ottimizzare il tuo sito!
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